Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività. Art. 53 della Carta Costituzionale.

Qualche giorno fa mi è stato chiesto di esprimere un parere in merito all’evasione che esiste in Italia. A dir il vero è un articolo che mi passava per la testa già da diverso tempo. Voglio partire dalla disparità di trattamento fiscale, a parità di reddito percepito, tra quello dei parlamentari presunti promotori di politiche per recuperare entrate, ed un professionista titolare di partita iva. Ho fatto una ricerca ed ho tirato giù dei numeri certi.

Ed ecco a confronto a parità di reddito o meglio il confronto di disparità di trattamento fiscale tra il reddito percepito da un  parlamentare con quello di un semplice contribuente titolare di P.iva sviluppato in reddito mensile ed annuale. Ecco il risultato,  da chi si dice, ripeto, promotore o paladino della lotta all’evasione.

Reddito percepito dal parlamentare con relativa tassazione
Descrizione voceMensile AnnuaImposte a titolo d’acconto medie %
Indennità parlamentare   10.435,00 €   125.220,00 €18,75%
Diaria     3.503,00 €     42.036,00 €Esentasse
Rimborso spese per esercizio del mandato     3.690,00 €     44.280,00 €Esentasse
Rimborso viaggi         416,67 €        5.000,00 €Esentasse
Rimborso forfettario     1.331,67 €     15.980,00 €Esentasse
Altre spese         258,00 €        3.096,00 €Esentasse
Totale    19.634,33 €    235.612,00 €
Accantonamento  di fine mandato–       784,00 €–      9.408,00 €*
Trattenute assistenza sanitaria–       526,00 €–      6.312,00 €
Ritenuta previdenziale–       918,00 €–    11.016,00 €
Imposte conguaglio–   3.681,44 €–    44.177,25 €
Totale netto parlamentare   13.724,90 €    164.698,75 €

*Importo che sarà restituito al parlamentare senza nessuna corresponsione d’imposta alla fine del suo mandato

 

Reddito percepito da un professionista titolare di Partita.Ivacon relativa tassazione
Descrizione voceMensile AnnuoImposte a titolo d’acconto %
Fatturato   10.435,00 €   125.220,00 €20%
Diaria     3.503,00 €     42.036,00 €20%
Rimborso spese per esercizio del mandato     3.690,00 €     44.280,00 €20%
Rimborso viaggi         416,67 €        5.000,00 €Esentasse
Rimborso forfettario     1.331,67 €     15.980,00 €20%
Altre spese         258,00 €        3.096,00 €20%
Totale    19.634,33 €    235.612,00 €
Accantonamento  di fine mandato                  –   €                     –   €
Trattenute assistenza sanitaria                  –   €                     –   €
Ritenuta previdenziale–   4.712,24 €–    56.546,88 €
Imposte a conguaglio comprensive del 20%–   4.697,00 €–    94.220,00 €
Totale netto professionista   10.225,09 €      84.845,12 €

 

Descrizione vocemensile annua
Totale netto parlamentare   13.724,90 €    164.698,75 €
Totale netto professionista   10.225,09 €    84.845,12 €
Imposte non pagate dai parlamentari a parità di reddito percepito     3.499,81 €      79.853,63 €

 

Dal confronto è emerso che a parità di reddito ciascun parlamentare riceve un risparmio annuo d’imposta pari ad euro  80.000,00 arrotondamento per eccesso.

Facciamo delle semplici addizioni e moltiplicazioni i deputati sono 630 ed i senatori 315 quindi 630+315=945,00 che moltiplicato per 80.000,00 otteniamo l’importo annuo delle imposte che l’intera classe politica ha deciso che non entrerà mai nelle casse erariali euro 75.600.000,00 annui, calpestando la Costituzione.  Certo poca roba in confronto ad una manovra di bilancio che ammonta a circa 40 miliardi l’anno, parliamo dello 0.12%, ma mi fa sorridere quando l’ipocrisia politica parla di lotta all’evasione. Faccio la professione di commercialista da oltre 25 anni ormai e non ricordo finanziaria o legge di bilancio che non abbia inserito articolo dedicato alla lotta all’evasione, e nel contempo ricordo circa 12 o forse più condoni e sanatorie varie, mediamente una ogni due anni. Intanto la corruzione essendo provento illecito non trova spazio nel nostro ordinamento tributario, è esentasse.  Finiamola, quindi, con l’etichetta che le partite iva e le società evadono imposte. L’Agenzia delle Entrate possiede sistemi di controllo molto raffinati, accertamento presuntivo del reddito basato su semplici indizi anche legali  che invertono l’onere della prova a carico del contribuente non solo. Accertamenti del reddito nascosto basato anche su prove certe; ad esempio accesso ai dati finanziari, conto corrente e conto titoli, dati immobiliari acquisto di immobili, automobili di lusso non giustificati da redditi adeguati, ecc. ecc. Sorrido quindi quando etichettano le imprese ed i titolari di p.iva come evasori a prescindere, ma li giustifico non conoscono il diritto tributario è evidente. Chiamare la maggior parte dei contribuenti italiani evasori, è un po’ come etichettare l’ arbitro  di una partita di calcio,  cornuto, a prescindere. Questo non vuol dire che l’evasione non esiste, esiste certo, ma non nelle forme etichettate. La soluzione è semplice si chiama semplificazione e chiarezza delle norme tributarie, ma i politici non la vedono o fanno finta di perseguirla. Non ricordo politiche sensate per combattere l’evasione a prescindere dal colore politico. Fino a quando esisterà la tassazione dei redditi presunti, non certi,  e sino a quando c’è l’esenzione dalle imposte dei proventi illeciti, e dei privilegi d’imposta come quello accennato poc’anzi,  si parlerà sempre di rovescio e non di diritto tributario. Intanto mentre in Italia ci si preoccupa di stanare l’evasore da anni, paesi come Olanda, Austria ed anche Germania, adottano, da anni, politiche tributarie moderate per attrarre i grandi colossi economici, dumping fiscale, connazionali ed internazionali, in barba all’economia italiana.

Pin It on Pinterest

Share This