Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo……
Gli eventi descritti nel famosissimo monologo dall’androide Roy Batty nel celebre film Blade Runner del 1982, potrebbero già aver raggiunto la loro fase embrionale. La quarta rivoluzione industriale, è ormai avviata. Quella che dopo le macchine a vapore, l’elettricità, l’industrializzazione su larga scala, l’informatica con il conseguente timore, poi rilevatosi infondato del baco del millennio meglio conosciuto come millennium bug, dovrebbe portare l’applicazione costante delle tecnologie digitali pressoché in tutti i settori, dal campo medico, pensiamo alle operazioni senza chirurgo, già realtà per alcuni interventi chirurgici denominati senza sangue, all’identificazione digitale Spid (sistema pubblico di identità digitale ndr) al bottegaio di quartiere che stenta, diffidente, a trasformare la sua attività in bottega digitale, ma sarà ben presto fuori mercato se non cerca di adeguarsi. Ancora di recente è stata creata la prima cornea stampata in 3D, ottenuta con uno speciale bio-inchiostro fatto di cellule staminali umane e sostanza aggreganti. Fantastico!
L’innovazione applicata alle tecnologie digitali, rappresenta quindi il nuovo obbligato sentiero, e pure a senso unico, del nuovo sviluppo della globalizzazione economica. Non è infatti possibile immaginare un’innovazione senza pensare alle sue potenziali applicazioni mondiali, e per il momento, non più legate al semplice mercato cittadino. Per favorire lo sviluppo dell’innovazione e la crescita del nostro paese già da qualche tempo ci sono strumenti incisivi in grado di contribuire e facilitare l’espansione della nuova era industriale. Il presente articolo intende fornire una sintetica panoramica per chi possiede un’idea innovativa applicata alla tecnologia digitale in grado di cambiare il mondo, ma non ha ancora trovato l’adeguato strumento finanziario per realizzala.
Industry four point zero, o più propriamente industria quattro punto zero, per chi come il redattore non ama gli inglesismi, trova certamente la sua massima espressione normativa nel Decreto Legge 179/2012, noto anche come “Decreto Crescita 2.0”, convertito dalla Legge 221 del 17 dicembre 2012, che disciplina le start up innovative.
Ma vediamo che cosa significa essere o diventare impresa start up innovativa. È l’art. 25 della citata legge citata che lo statuisce. Sono start up innovative quelle che hanno come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Naturalmente l’interpretazione non sembra affatto semplice, possiamo immaginare ad esempio il nostro androide titolare della pizzeria da Roy Batty, abbia deciso di consegnare la pizza con il drone, ordinata dal cliente con l’apposita app. Potrebbe essere considerata tale attività economica impresa innovativa oppure no; ma certamente si. Ha il requisito della produzione /commercializzazione, ha il requisito dell’innovazione il drone controllato da apposito sistema a guida satellitare direttamente dal pc della pizzeria, ha il requisito dell’alto valore tecnologico, certamente si in quanto il cliente ha ordinato la pizza con l’apposita App creata ad hoc che ha tracciato pure le varie fasi dalla realizzazione della pizza ordinata, alla consegna, il tutto con una stima precisa dei tempi. Esempio a parte, ci sono numerosi interventi autorevoli sulla corretta interpretazione dell’art. 25, che hanno chiarito il concetto di sviluppo, la produzione, la commercializzazione di prodotti e servizi innovativi ad alto valore tecnologico.
I pareri sono stati emanati dalla Commissione Europea, dal Ministero per lo Sviluppo Economico e da ultimo dall’Assonime (associazione nata nel 1910 ha per oggetto lo studio e la trattazione dei problemi che riguardano direttamente o indirettamente gli interessi e lo sviluppo dell’economia italiana). Tra tutti, quello più autorevole è certamente quello dell’Assonime che si cita integralmente “ Deve ritenersi ricompresa ogni attività economica da cui possa derivare l’introduzione di nuovi prodotti e nuovi servizi nonché nuovi metodi per produrli, distribuirli e usarli. Ciò indipendentemente dal settore merceologico in cui opera la società (ad esempio settore digitale, artigianato, agricoltura, industria oppure in campo culturale): questo perché ogni campo dell’attività economica può consentire lo sviluppo di prodotti o servizi ad alto tasso di innovazione tecnologica”
Non è quindi il solo sviluppo di un nuovo servizio ma l’innovazione deve basarsi su processi e modi di organizzazione nuovi e tecnologicamente avanzati. Sembrerebbe, pertanto, che il carattere innovativo non debba essere valutato solo rispetto al prodotto e/o servizio in sé considerato, ma che possa essere connesso all’uso della tecnologia avanzata.
Avendo il cuore pulsante della nuova impresa passiamo alla sua costituzione.
Per la costituzione di una start up innovativa in forma di società di capitale non occorre il notaio. Certo non poteva essere diversamente, infatti sono necessarie le sole firme digitali di tutti i soci persone fisiche che devono rappresentare la maggioranza del capitale sociale. Tuttavia si suggerisce sempre il supporto di un commercialista esperto. È capitato infatti che l’atto costitutivo inviato, con le modalità stabilite, al competente ufficio dell’AdE per la registrazione si sia perso nel sistema informatico, trovato dopo diversi giorni è stato poi restituito cartaceo, ma non in formato digitale, dai funzionari dell’ ufficio ai quali era stato spiegato tutto il particolarissimo procedimento telematico innovativo di registrazione; non erano preparati ahimè ad affrontare il nuovo metodo.
Fatta la costituzione, nata la start up innovativa ecco di cosa si può usufruire:
- Esonero dalla disciplina sulle società di comodo e in perdita sistematica.
- Possibilità anche per le srl di emettere piani di incentivazione in equity, agevolati fiscalmente.
- Incentivi agli investimenti in capitale di rischio: detrazione IRPEF (per investimenti fino a 1 milione di euro) o deduzione dell’imponibile IRES (fino a 1,8 milioni) pari al 30%.
- Accesso gratuito, semplificato e prioritario al Fondo di Garanzia per le PMI.
- Equity crowdfunding per la raccolta di nuovi capitali di rischio.
- Italia Startup Visa: una modalità digitale, semplice e accelerata per attrarre imprenditori innovativi.
- Possibilità di cedere le perdite a società quotate sponsor (almeno il 20% delle quote).
- In caso di insuccesso: esonero dalla disciplina fallimentare ordinaria.
- In caso di successo: le startup mature possono convertirsi agilmente in PMI innovative, continuando a godere dei principali benefici. Il beneficio è cumulabile con: a) Iperammortamento e Superammortamento; b) Nuova Sabatini; c) Credito d’imposta per attività di Ricerca e Sviluppo; d) Patent Box; e) Incentivi alla patrimonializzazione delle imprese (ACE).
Beh che dire…… è veramente tanta roba. Ed ancora Invitalia con la sua linea di finanziamento ad hoc denominata smart&start eroga, superato l’esame:
- un mutuo a tasso zero fino al 70% dell’investimento totale. La percentuale di finanziamento può salire all’80% se la startup è costituita esclusivamente da donne o da giovani sotto i 35 anni, oppure se al suo interno c’è almeno un dottore di ricerca italiano che lavora all’estero e vuole rientrare in Italia;
- un contributo a fondo perduto pari al 20% del mutuo, solo per le startup con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Ed ecco i numeri di Smart&Start aggiornati al 31/05/2018
2.923 Progetti presentati 840 Startup innovative finanziate
273mln Investimenti attivati e ben 4.213 Nuovi posti di lavoro.
Le domande finanziate unitamente all’erogazione sono in costante crescita.
Sarà negativa o positiva la quarta rivoluzione industriale non possiamo saperlo con certezza né quali saranno i prevedibili scenari che contribuirà a far nascere. Certo se guardiamo il progresso tecnologico con gli occhi del maniscalco all’avvento della locomobile, la prima auto a vapore della prima rivoluzione industriale, invece che con gli occhi di Sophia il primo androide sviluppato da un’azienda giapponese, certamente per taluni ciò potrebbe apparire addirittura diabolico; tuttavia abbiamo solo due certezze:
- Con la saturazione di tutti i settori delle attività economiche, solo l’innovazione digitalizzata, la novità rappresenta l’unica via per dare vita al nuovo corso economico, chissà potrebbe arrivare anche il nuovo miracolo economico italiano grazie alla start up innovativa;
- Il nuovo processo evoluzionistico industriale è e sarà inevitabile.
Chi vivrà vedrà.